Vulvodinia: Patologia o Sindrome?

Capita spesso che le mie pazienti mi chiedano se è possibile guarire solo ed unicamente con un tipo di trattamento; purtroppo la mia risposta non può che essere negativa, in quanto la vulvodinia è una sindrome multifattoriale che riconosce un unico fattore eziologico e non una patologia.

Ma cerchiamo di chiarire il concetto di patologia e quello di sindrome.

Per PATOLOGIA intendiamo comunemente la malattia, ovvero una condizione anormale dell’ organismo, causata da alterazione organica o funzionale che compromette la salute del soggetto. Al concetto di patologia si lega il concetto di terapia, la quale si propone di risolvere lo stato di malattia al fine di ripristinare la funzionalità normale dell’organismo.

La SINDROME invece è un complesso di sintomi, che possono essere provocati da diversi fattori; perciò un solo approccio terapeutico, il più delle volte, non può essere risolutivo.

Risulta dalle varie ricerche condotte, come parecchi fattori possano essere associati allo sviluppo e al mantenimento della vulvodinia essendo, probabilmente il risultato di un processo multifattoriale.

Le motivazioni per le quali si inizia a soffrire di vulvodinia sono sempre di origine diversa.

Ad oggi sono diversi i trattamenti e le terapie utilizzate nella cura della vulvodinia.

Esaminando i cosiddetti potenziali fattori associati, l’obiettivo del medico specialista è quello di scegliere un percorso terapeutico quanto più possibile personalizzato, che tenga conto anche di eventuali ripercussioni psicologiche sull’obiettività clinica.

Non va sottovalutato inoltre, il fatto che la vulvodinia quasi sempre è collegata ad una serie di abitudini scorrette acquisite nel tempo e di varia origine: alimentazione scorretta, abbigliamento scomodo, abuso di medicinali, postura scorretta, ecc; per cui sarebbe opportuno, innanzitutto migliorare il proprio stile di vita sotto tali aspetti.

Il connubio tra queste sane abitudini e la giusta terapia determinano la guarigione della paziente, non prevedibile in tempi brevi (8-12 mesi).

Tale percorso richiederà alla paziente impegno e perseveranza.

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