L’omocisteina è un amminoacido solforato che si forma nel nostro organismo in seguito alla trasformazione enzimatica della metionina. La presenza di omocisteina nel sangue, fino a 5-12 micro moli per litro (μmol/L), è normale; ciò significa che la sua produzione è del tutto fisiologica.
Il rischio di iperomocisteinemia è legato a fattori genetici, ambientali o acquisiti.
Alti livelli di omocisteina nel sangue, sono fattore di rischio in patologie cardiovascolari come ictus, infarto ed arteriosclerosi. E’ stato confermato il ruolo chiave dell’omocisteina quale fattore predittivo nella demenza senile e in alcune patologie come il morbo di Alzheimer. Anche l’osteoporosi è stata associata ad alti livelli di omocisteina perché pare che aumenta l’attività osteoclastica. E’ stato osservato che pazienti diabetici con iperomocisteina hanno un rischio di mortalità aumentato dell’80% rispetto ai non diabetici con omocisteina alta. L’iperomocisteina gioca un ruolo cruciale in gravi danni, infatti donne con elevati livelli di omocisteina hanno difficoltà a concepire, sono a rischio di aborti ripetuti precoci e hanno il doppio della probabilità di andare incontro a complicazioni durante la gravidanza.

Nella donna i valori plasmatici sono più bassi rispetto all’uomo, ma tendono ad aumentare in menopausa.
Le cause? Prolungate diete vegetariane o vegane non equilibrate e non ben supplementate, possono portare a un deficit di vitamina B12, B6, e B9 che risultano fondamentali nel metabolismo dell’omocisteina.
Quali rimedi? Integrazione del complesso vitaminico B. Non ci sono alimenti che contribuiscono all’aumento dell’omocisteina. Tuttavia non è consigliato un abuso di alcol, no ad una dieta ricca di zuccheri, acidi e grassi saturi.
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