Post in evidenza

Laserterapia per la risoluzione dei problemi intimi.

La laserterapia costituisce, oggi, una delle soluzioni migliori per risolvere le alterazioni del tono muscolare, della parete vaginale e i fastidi associati, con ottimi risultati di trattamento, aprendo la strada a nuove opzioni di trattamento chirurgico ambulatoriale, sicure ed efficaci, prive di effetti collaterali e completamente asintomatiche.

I normali processi biologici come il parto, disfunzioni ormonali collegate all’invecchiamento e variazioni di peso possono creare danni al collagene, alterando il tono muscolare nella parete vaginale. Questi cambiamenti anatomici portano spesso a sintomi che incidono negativamente sulla qualità della vita delle donne e impediscono di svolgere una vita normale.

 La laserterapia offre una soluzione sicura e non invasiva che garantisce un miglioramento immediato e risultati duraturi.

La laserterapia è utilizzata principalmente per il miglioramento e spesso la risoluzione dei seguenti disturbi:

  • INCONTINENZA URINARIA DA STRESS (IUS)

È una forma di incontinenza urinaria nella quale la perdita involontaria di urina avviene in seguito all’aumento della pressione intraddominale dovuta ad azioni come starnuti o colpi di tosse. In questo caso, il laser tratta l’intera area che sostiene l’uretra, aumenta lo spessore delle pareti vaginali e rinforza la struttura del supporto pelvico. Il trattamento riduce i sintomi di IUS e ripristina la continenza in maniera efficace.

  • ATROFIA E DISTROFIA VAGINALE

Gli sbalzi ormonali che seguono la menopausa riducono lo spessore del tessuto vaginale e causano secchezza, perdita di elasticità e infiammazioni. Il trattamento, in questo caso, ringiovanisce la parete vaginale, ne incrementa lo spessore e la lubrificazione e riduce sintomi fastidiosi come prurito e bruciore.

  • SECCHEZZA E INFEZIONI RICORRENTI

La laserterapia aiuta le donne affette da secchezza e ricorrenti infezioni vaginali, ringiovanendo la parete vaginale e ripristinando la lubrificazione. Il trattamento, in questo caso, aumenta la risposta del sistema immunitario nell’area vaginale, genera un nuovo tessuto con una più alta resistenza alle infezioni e permette il naturale mantenimento dei normali livelli di pH.

  • LASSITÀ VAGINALE

Nel tempo, soprattutto dopo il parto, il tessuto vaginale può perdere tonicità e resistenza e subire un vero e proprio rilassamento che può causare insoddisfazione durante il rapporto sessuale. La laserterapia, in questo caso, agisce direttamente sulla mucosa delle pareti vaginali, migliora la sensibilità del tessuto, stimola la rigenerazione del collagene e garantisce una diminuzione del diametro vaginale.

  • SBIANCAMENTO VAGINALE

Partiamo da un presupposto importante: lo scurimento vaginale è qualcosa di assolutamente normale, soprattutto con il passare degli anni, per le persone che fanno capillarmente la ceretta intima e in alcune fasi della vita, come la gravidanza, la perimenopausa e la menopausa. In questo caso, il trattamento è  specializzato per schiarire le labbra o la zona bikini.

Il punto di forza della laserterapia è determinato dal suo effetto riparatore, ma non invasivo, difatti la sua azione permette di penetrare la submucosa senza danneggiare il tessuto circostante.

Il profondo effetto termico denatura il vecchio collagene e stimola la neocollagenesi e le fibre elastiche presenti nella submucosa.

Grazie a questo trattamento molte donne hanno radicalmente migliorato la loro qualità della vita.

Post in evidenza

Il colesterolo è dannoso? Leggenda o verità

Il colesterolo prodotto dal fegato è la sostanza base per la sintesi di tutti gli ormoni steroidei e sessuali (estrogeni, progesterone, testosterone). Pensate che il colesterolo così tanto screditato è indispensabile per il nostro corpo come sostanza essenziale per la formulazione degli ormoni steroidei e risulta necessario per la costruzione delle membrane cellulari e della membrana che ricopre le fibre nervose (guaina mielinica).

Capite bene che il colesterolo non è una sostanza il cui livello va abbassato non appena tende a salire.

Ma quali sono le cause che determinano un aumento del colesterolo?

Da vari studi si evince che le maggiori cause sono riconducibili a:

  • una ridotta funzione della tiroide;
  • una carenza di progesterone e un eccesso di estrogeni;
  • scarsa attività fisica o metabolismo epatico ridotto;
  • eccesso di zuccheri, amidi e cibi raffinati ad alto indice glicemico, che determinano un aumento dell’insulina;

La dieta LOW-CARB normalizza i valori del colesterolo perché fa in modo che diminuiscano i livelli d’insulina.

Viste le importanti funzioni del colesterolo nel nostro organismo, nell’eventualità di valori crescenti, bisognerebbe evitare gli allarmismi e solo dopo vari fallimenti, nonostante un adeguato stile di vita e una dieta appropriata, optare per una terapia farmacologica.

Post in evidenza

Omocisteina

L’omocisteina è un amminoacido solforato che si forma nel nostro organismo in seguito alla trasformazione enzimatica della metionina. La presenza di omocisteina nel sangue, fino a 5-12 micro moli per litro (μmol/L), è normale; ciò significa che la sua produzione è del tutto fisiologica.

Il rischio di iperomocisteinemia è legato a fattori genetici, ambientali o acquisiti.

Alti livelli di omocisteina nel sangue, sono fattore di rischio in patologie cardiovascolari come ictus, infarto ed arteriosclerosi. E’ stato confermato il ruolo chiave dell’omocisteina quale fattore predittivo nella demenza senile e in alcune patologie come il morbo di Alzheimer. Anche l’osteoporosi è stata associata ad alti livelli di omocisteina perché pare che aumenta l’attività osteoclastica. E’ stato osservato che pazienti diabetici con iperomocisteina hanno un rischio di mortalità aumentato dell’80% rispetto ai non diabetici con omocisteina alta. L’iperomocisteina gioca un ruolo cruciale in gravi danni, infatti donne con elevati livelli di omocisteina hanno difficoltà a concepire, sono a rischio di aborti ripetuti precoci e hanno il doppio della probabilità di andare incontro a complicazioni durante la gravidanza.

Nella donna i valori plasmatici sono più bassi rispetto all’uomo, ma tendono ad aumentare in menopausa.

Le cause? Prolungate diete vegetariane o vegane non equilibrate e non ben supplementate, possono portare a un deficit di vitamina B12, B6, e B9 che risultano fondamentali nel metabolismo dell’omocisteina.

Quali rimedi? Integrazione del complesso vitaminico B. Non ci sono alimenti che contribuiscono all’aumento dell’omocisteina. Tuttavia non è consigliato un abuso di alcol, no ad una dieta ricca di zuccheri, acidi e grassi saturi.

Post in evidenza

Caress Flow: nuova frontiera del benessere femminile!

Per atrofia vulvovaginale s’intende la condizione di alterato nutrimento dei tessuti vulvo-vestibolari. L’essenza dell’alterazione del nutrimento si manifesta tramite un assottigliamento della regione vulvo-vestibolare.

Con la cessazione delle mestruazioni, molte donne vanno incontro ad una sintomatologia che si manifesta principalmente con secchezza vaginale e con la modificazione della percezione dolorosa; ovviamente questo mina la vita intima della donna avendo delle conseguenze negative nella sua quotidianità.

Ad oggi sono diverse le cure ormonali per alleviare i sintomi della menopausa: cure a base di estrogeni e androgeni, laserterapia, ecc.  I bioidentici rappresentano, ad esempio, una frontiera naturale per il benessere della donna in menopausa.

Detto ciò, ci si sta avviando all’utilizzo di una nuova tecnica che, tramite l’uso di uno specifico device, veicola ossigeno ad alta concentrazione; questo creando un ambiente microaerofilo, quindi più ricco dal punto di vista della ossigenazione, agisce inoltre sugli aspetti di sovra crescita batterica, che convivono bene in una situazione di alterato trofismo e quindi di modificazione dell’assetto vulvo-vestibolare.

L’inserimento del device è semplice e la possibilità di utilizzarlo a vari livelli della vagina (il vestibolo, la parte media della vagina e la zona più interna), consente di avere un target differente d’azione, di ossigenazione del tessuto e di modificazione del trofismo. La modificazione dell’orientamento del device permette di raggiungere tutti i punti della vagina. Nella seconda fase, l’utilizzo di acido ialuronico, trova una mucosa già pronta ad accettare in maniera efficace e risolutoria il funzionamento della tecnica.

Questa, oltre ad essere minimamente invasiva, permette la personalizzazione della terapia.

Post in evidenza

Come riconoscere la Vulvodinia. Tra sintomatologia e diagnosi.

Un numero sempre crescente di donne, nel corso della propria vita scopre di soffrire di vulvodinia!

Questo sicuramente dipende dal fatto, che oggi dinnanzi ad una certa sintomatologia, diversi medici specializzati, sono in grado di riconoscere tale sindrome.

Fino a 15 anni fa, molto spesso il “grido” di queste donne restava muto e il più delle volte tale sintomatologia veniva correlata ad altro: infezioni batteriche come cistite o infezioni micotiche come candidosi e vaginiti di varia natura. Purtroppo durante la visita ginecologica se non ci si trovava dinnanzi a tali evidenze, queste donne, riportando una sintomatologia assente allo sguardo del ginecologo venivano considerate affette da uno stato morboso prevalentemente psicogeno.

Ma cerchiamo di capire cosa intendiamo con il termine vulvodinia.

Per vulvodinia s’intende un dolore vulvare che persiste da più di tre mesi, senza una chiara causa identificabile, che può avere potenziali fattori associati. Dagli studi effettuati si è giunti alla conclusione che la vulvodina non è probabilmente un fastidio, ma una costellazione di sintomi di diversi processi fastidiosi.

I potenziali fattori associati alla vulvodinia sono:

  • comorbilità (sindrome della vescica dolorosa, fibromialgia, sindrome dell’intestino irritabile);
  • di origine genetica;
  • di origine ormonale;
  • di origine muscolo-scheletrica (iperattività dei muscoli pelvici);
  • di origine infiammatoria;
  • di origine neurologica (centrale e periferica);
  • di origine psicosociale (stati d’animo, funzioni sessuali);
  • difetti strutturali (perineo discendente).

La sintomatologia principale consiste nel dolore alla zona genitale, che può essere accompagnato da:

  • bruciore;
  • dolore pungente;
  • secchezza;
  • dispareunia;
  • dolore pulsante;
  • prurito;
  • gonfiore;
  • sensazione di scosse elettriche;
  • punture di spillo.

Tale dolore può essere costante o intermittente, può durare mesi, anni e poi sparire improvvisamente così come è comparso.

Per porre diagnosi di vulvodinia bisogna fare un’anamnesi approfondita e accurata che chiami in causa: i sintomi correnti, le abitudine personali ed intime, la storia pregressa medica e chirurgica con particolare riferimento all’area d’interesse, le pregresse infezioni vulvari, le allergie. Inoltre sarà necessario indagare su eventi traumatici durante l’infanzia, qualità dei rapporti sessuali, dolore post-partum.

L’esame obiettivo avviene attraverso l’ispezione della zona interessata, la vulvoscopia, lo SWAB test, la valutazione del pavimento pelvico e la palpazione bimanuale.

Un tempestivo riconoscimento dei sintomi può essere fondamentale per la risoluzione di tale patologia.

Post in evidenza

Salute e longevità: la gentilezza e il DNA!

In un momento storico contraddistinto da incertezze a causa della pandemia da coronavirus ” La Biologia della gentilezza è un segnale di speranza, verso la giusta ripartenza!

In risposta al luogo comune: essere gentili e miti in una società altamente competitiva e spietata come la nostra è come segno di debolezza! La scienza risponde con dati e numeri: la mente dell’ottimista riesce a portare a termine più facilmente i propri progetti.

Essere gentili, ottimisti e felici non ci fa soltanto vivere meglio e più a lungo, ma soprattutto rappresenta la migliore strategia evolutiva utile alla sopravvivenza, spiega Immaculata De Vivo, scienziata e docente ad Harvard, studiando la connessione tra i TELOMERI (le estremità dei cromosomi) e lo stile di vita.

La professoressa de Vivo da anni studia il legame tra i telomeri, l’alimentazione, il movimento fisico e l’alimentazione; indicazioni basate su evidenze biologiche che dimostrano scientificamente come questi comportamenti migliorino il benessere e l’invecchiamento.

La gentilezza in senso lato proteggendo il nostro DNA ci fa vivere più a lungo e in salute. Osservando il DNA, si è visto che nelle persone che praticano gentilezza, che sono ottimiste, perdonano i torti, esprimono gratitudine, i loro telomeri sono più lunghi rispetto a chi non lo fa. Questo accade perché questi atteggiamenti positivi contrastano i processi infiammatori e lo stress ossidativo che deteriora i telomeri e accelera la comparsa di malattie come il diabete, cancro, disturbi cardiovascolari, demenza e Alzheimer.

Ognuno di noi ha dunque il potere d’influire sul suo stato di salute a breve a lungo termine.

Post in evidenza

Vaccino anticovid 19 in gravidanza e allattamento.

La Sigo con le sue Confederate Agoi- Agui- Agite prende atto, con grande soddisfazione, e condivide le raccomandazioni del Ministero della Salute, contenute nella circolare recentemente diramata, rassicurando le decine di migliaia di donne gravide e in allattamento ha confermato l’assoluta tranquillità per le stesse nel procedere alla vaccinazione anticovid 19.

È quanto prevede una nuova circolare del Ministero della Salute nella vaccinazione contro il Covid, con vaccini a mRna (Pfizer e Moderna), alle donne in gravidanza, emanata in considerazione dell’attuale scenario epidemiologico e delle crescenti evidenze sulla efficacia e sicurezza della vaccinazione in gravidanza sia nei confronti del feto che della madre. La circolare firmata dal direttore generale della prevenzione, Gianni Rezza, spiega che la raccomandazione riguarda in particolare le donne nel secondo e terzo trimestre. 

Il primo chiarimento che va fatto è che nessun vaccino anti-Covid approvato ed utilizzato in Europa contiene il virus Sars-CoV2, altrimenti sarebbe controindicato in gravidanza. Non vi è alcun motivo biologico che possa farci pensare che un vaccino a mRNA possa dare degli effetti negativi sul feto e ormai ci sono dati (oltre 166 mila donne solo negli Usa secondo il registro Cdc aggiornato al 12 ottobre 2021) che indicano come le donne sottoposte al vaccino non abbiano un rischio di complicanze legate al vaccino diverso dalla popolazione generale e che le controindicazioni e gli effetti collaterali sono gli stessi. Gli anticorpi (IgG) prodotti dalla mamma passano la placenta e giungono al feto offrendogli un’immunità passiva che finirà qualche mese dopo il parto e durerà di più se vi sarà l’allattamento materno in quanto gli anticorpi arriveranno al neonato attraverso il latte materno, così come avviene per tutte le altre malattie infettive. 

Dei 2888 nati vivi presi in esame, l’11,6% è stato ricoverato in terapia intensiva, senza differenze significative tra prima e seconda ondata. Gli esiti dei nati pretermine sono stati buoni e i nati morti e le morti neonatali non sono risultati aumentati rispetto agli anni precedenti. La circolazione della variante Alfa, sia in Italia che nel Regno Unito, è risultata invece associata a peggiori esiti materni e perinatali con aumento significativo del rischio di polmonite da Covid-19 e di ricovero in terapia intensiva e/o necessità di supporto ventilatorio invasivo.  Le recenti analisi dei dati inglesi, aggiornate all’11 luglio 2021, hanno evidenziato una maggiore morbosità materna e perinatale associata anche alla circolazione della variante Delta, attiva oltremanica dalla metà di maggio 2021. 

Se una donna vaccinata scopre di essere in gravidanza dopo aver ricevuto già il vaccino, non c’è evidenza in favore dell’interruzione della gravidanza. Inoltre, se una donna scopre di essere in gravidanza tra la prima e la seconda dose del vaccino può considerare di ritardare la seconda dose fino al secondo trimestre.

A tutte le donne in gravidanza e che allattano indipendentemente dalla scelta se vaccinarsi o meno, viene raccomandato di osservare le seguenti misure di prevenzione: igiene delle mani; uso della mascherina negli ambienti chiusi e in prossimità di altre persone  non conviventi/non vaccinate; rispetto della distanza fisica di sicurezza; ventilazione degli ambienti”.  

Agoi

Post in evidenza

MENOPAUSA: QUALE TOS utilizzare?

Negli ultimi dieci anni è stata rivalutata l’utilità della TOS (terapia-ormonale-sostitutiva) per il benessere della donna in post-menopausa, questo grazie all’utilizzo di nuove molecole sempre più selettive e specifiche per il nostro organismo e per i nostri sintomi.

Da vari studi è emersa una grande correlazione tra sintomi immediati della menopausa e il rischio di salute metabolica, apparato cardiocircolatorio, salute dell’osso e del sistema nervoso centrale. Da ciò la donna che presenta sintomi in menopausa è una donna con maggiore rischio di andare incontro alle suddette problematiche.

Fare uso di TOS non solo consente un netto miglioramento della qualità della vita, con risoluzione immediata della sintomatologia, ma riduce se non azzera i rischi per la salute futura. Fare TOS significa in poche parole fare prevenzione.

In linea con le raccomandazioni di tutte le società mondiali che si occupano di menopausa, tutte le donne che presentano sintomi entro circa dieci anni dalla menopausa, dopo aver escluso la presenza di controindicazioni, possono fare la TOS. La TOS deve essere personalizzata per ogni paziente in base alle sue pregresse e attuali patologie, se sono presenti e in base al peso.

La TOS va inserita in un piano d’interventi per migliorare lo stato di salute generale che non può quindi escludere la nutrizione, l’attività fisica e quindi in sintesi lo stile di vita di ogni donna. Non esiste un dosaggio definito della TOS, ma esiste il dosaggio ideale per ogni donna, perché la risposta terapeutica è individuale e molto variabile. Bisogna utilizzare il dosaggio sufficiente per avere benefici sulla sintomatologia. La TOS può essere in vari modi, orale o transdermica, tenendo conto del BMI (peso) della paziente, dello stato metabolico e dell’età.

La donna che fa uso di TOS deve essere rivalutata entro tre mesi dall’utilizzo, per valutare l’efficacia della terapia o se sono insorti effetti collaterali. Le raccomandazioni nazionali ed internazionali raccomandano di fare controlli annuali con esami di laboratorio e strumentali per valutare lo stato di salute in generale.

Post in evidenza

Sintomi della Menopausa

Oggi vi parlerò di Menopausa.

Noi donne trascorriamo un terzo della nostra vita in menopausa. Ciò comporta l’utilizzo di strategie terapeutiche atte a rallentare il processo d’invecchiamento.

Come diagnosticare la perimenopausa o la menopausa?

Nella perimenopausa la donna accusa già dei sintomi che non corrispondono affatto ai risultati degli esami del sangue!

Ansia, depressione, abbassamento della libido, aumento di peso, vampate di calore, difficoltà di concentrazione, stanchezza, insonnia, secchezza vaginale, sono un esempio di questo cambiamento.

Le vampate e la sudorazione notturna aumentano del 70% il rischio cardiovascolare. Tutto questo si traduce in un aumento del 70% della possibilità di andare incontro ad infarto miocardico, angina, ictus cerebrale.

Dai vari studi è emerso che sintomi vasomotori, quali le vampate o le sudorazioni (in alcuni casi entrambi) sono un precoce campanello d’allarme per fare prevenzione.

Pensate che conta più l’intensità che la frequenza delle vampate. Non solo! Le donne che soffrono di vampate e sudorazioni notturne, hanno un rischio molto alto di incorrere in un problema cardiovascolare, rispetto a quelle che non presentano tali sintomi!!

Post in evidenza

Prevenzione della cistite in gravidanza.

A questo proposito bisogna dire che nella prevenzione della cistite in gravidanza è determinante:

  1. BERE circa due litri di acqua per favorire la diuresi;
  2. REGOLARIZZARE L’ALVO; la stitichezza e di conseguenza la stasi fecale può favorire il passaggio di batteri intestinali in vescica con comparsa di cistite
  3. UTILIZZARE BIANCHERIA INTIMA IN COTONE CONFORTEVOLE, evitando quelle sintetiche e l’utilizzo di intimo troppo slim;
  4. EVITARE DETERGENTI INTIMI AGGRESSIVI.

Cistite in Gravidanza: consigli utili.

  • Ricordati di contattare il tuo ginecologo quando cominciano i primi sintomi in gravidanza, per poter eseguire esame delle urine, urinocoltura ed antibiogramma;
  • Non fare mai di testa tua, iniziando una terapia antibiotica che potrebbe non andare bene in gravidanza. Nell’attesa dei risultati il medico consiglierà un antibiotico specifico che potrà essere confermato o no dal risultato dell’antibiogramma. Potrà essere prescritto dal vostro medico anche il paracetamolo se il fastidio è eccessivo o si ha febbre.

I sintomi della cistite generalmente spariscono nel giro di pochi giorni dall’inizio della terapia. Ricordate di completare sempre la terapia anche quando i sintomi non ci sono più e l’infiammazione sembra superata. Se però i sintomi sussistono o si aggravano consultate di nuovo il vostro ginecologo di fiducia.

Cistite in gravidanza: dieta alimentare.

Si sa che la gravida spesso e volentieri si concede troppi “spuntini”. Bisognerebbe, innanzitutto eliminare “cibi spazzatura”, quelli poco salutari e prodotti industriali, cibi da fast-food, fritture, cibi precotti, alimenti sott’olio, sott’aceto, carne grassa (costine, coppa, pancetta, carne e pesce in scatola, sughi pronti, DOLCIUMI, CARAMELLE, CIOCCOLATO. Sostituire tutti i cibi raffinati con l’equivalente non lavorato; utilizzare al posto di una porzione di pasta al ragù, un brodo vegetale con riso.

MANGIARE:

  • frutta (ma non eccedere perché contiene fruttosio, anch’esso uno zucchero);
  • verdura di tutti i tipi almeno 2-3 volte al dì, cotta o cruda.
  • uova.

ELIMINARE:

  • zucchero, dolcificanti e sale aggiunti;
  • alcool (ma questo mi auspico che le gravide lo facciano spontaneamente);
  • bevande gassate e the; come bevande prediligere le tisane.
Post in evidenza

Cistite in gravidanza

La cistite è un’infiammazione della parete vescicale ed è un disturbo frequente in gravidanza, a dire il vero il secondo dopo l’anemia. L’uretra femminile anatomicamente più vicina alla vagina e all’ano è più corta di quella maschile; capite bene che durante la gravidanza, si aggiungono vari fattori predisponenti.

La cistite che è come abbiamo già detto un’infiammazione, in gravidanza, a causa dell’aumento del progesterone, assistiamo a delle modificazioni:

  • rilassamento della muscolatura liscia della vescica;
  • diminuzione del tono dell’uretere e dell’uretra e conseguente rallentamento del flusso urinario.

In gravidanza non bisogna dimenticare la compressione meccanica esercitata dall’utero che via via aumenta di volume e determina una compressione sull’uretere, soprattutto negli ultimi mesi di gestazione e tutto ciò va ad ostacolare il completo svuotamento della vescica.

Nel caso di diabete gestazionale, abbiamo un aumento dei germi determinato dall’aumento di glucosio nelle urine.

Sia i fattori anatomici che quelli ormonali facilitano l’attecchimento e aumento dei germi vaginali e intestinali, quali Escherichia Coli.

SINTOMI DELLA CISTITE IN GRAVIDANZA

I sintomi in gravidanza sono dati essenzialmente nelle difficoltà nell’emissione di urine; la gravida riferisce di avere molto dolore e bruciore, urina goccia a goccia e ha la sensazione di non svuotare del tutto la vescica; talvolta ha anche perdite di sangue nelle urine.

Ricordiamoci che in gravidanza possiamo anche avere una batteriuria asintomatica, cioè un’infezione urinaria priva di sintomi.

In gravidanza la cistite e la batteriuria sintomatiche o asintomatiche devono essere sempre trattate perché dai vari studi affermati si è visto che possono determinare un lieve aumento delle pielonefriti (infezioni renali) che come conseguenza è associato ad un modesto incremento delle nascite premature e a una riduzione di peso e dello sviluppo in generale del nascituro. In conclusione, nonostante il rischio sia basso è importante trattare in maniera adeguata eventuali cistiti durante la gravidanza.

COME GESTIRE LA CISTITE IN GRAVIDANZA

Nella stragrande maggioranza, le cistiti in gravidanza rispondono bene a brevi cicli di terapia antibiotica, che non danno effetti collaterali né alla madre né soprattutto al feto.

Non bisogna dimenticare il rischio di complicanze, tra queste le recidive; si consiglia così di ripetere un’urinocoltura almeno una volta al mese fino al termine della gravidanza. L’urinocoltura viene generalmente eseguita intorno alla sedicesima settimana di gestazione. Se l’urinocoltura risulta negativa non è necessario ripetere l’esame, a meno che non sussista una storia in precedenza d’infezione delle vie urinarie o che insorgano successivamente sintomi tipici della cistite.

IL Progesterone: un amico sconosciuto

Progesterone (dal latino pro gestore ovvero per la gestazione) è il principale rappresentante degli ormoni naturali prodotti dal nostro organismo la cui funzione fondamentale è quella di mantenere la gravidanza.

E’ un ormone neutro presente nei vertebrati, bambini, uomini e donne le cui funzioni sono innumerevoli:

  • CI MANTIENE SANI;
  • CI MANTIENE PRODUTTIVI;
  • CI MANTIENE EQUILIBRATI A LIVELLO EMOTIVO;
  • CI MANTIENE IN BUONA FORMA FISICA E MENTALE.

Possiamo definire il progesterone l’ormone del BENESSERE per la donna e per l’uomo.

Pensate che il 20% dei recettori di quest’ormone sono a carico del nostro cervello. Il progesterone regola le connessioni tra i vari neuroni e partecipa alla costruzione delle guaine mieliniche. Risulta indispensabile per il nostro equilibrio, la nostra memoria, migliora la concentrazione, il sonno la capacità mnemonica, aiuta la rigenerazione della massa cerebrale, per esempio dopo un ictus.

Il progesterone è importante per l’elasticità dei vasi sanguigni e riduce gli spasmi e ci protegge dall’infarto. Riduce drasticamente il rischio di embolie. Il progesterone garantisce fluidità del sangue e ci aiuta nella prevenzione dell’ictus, delle trombosi e in genere dei disturbi venosi.

Non di meno, non dimentichiamo che favorisce la crescita dei capelli, unghie, migliora lo stato della nostra pelle, rafforzando il connettivo.

Importantissimo per l’osteogenesi e quindi indispensabile per l’osteoporosi. Il progesterone aumenta il metabolismo energetico, eliminando l’acqua del corpo, aiuta nella regolazione della pressione arteriosa, normalizza la coagulazione ematica, impedisce la colecistopatie e da eccesso di estrogeni.

Ha un’azione sulla tiroide in quanto migliora la produzione degli ormoni tiroidei e a protegge dal morbo di Hashimoto.

A questo punto viene da pensare che il progesterone sia un ormone miracoloso!!

Ma la nostra vita, il nostro corpo nel suo insieme è un prodigio e il progesterone è indispensabile nell’equilibrio giornaliero di questo prodigio che si chiama VITA!