Per atrofia vulvovaginale s’intende la condizione di alterato nutrimento dei tessuti vulvo-vestibolari. L’essenza dell’alterazione del nutrimento si manifesta tramite un assottigliamento della regione vulvo-vestibolare.
Con la cessazione delle mestruazioni, molte donne vanno incontro ad una sintomatologia che si manifesta principalmente con secchezza vaginale e con la modificazione della percezione dolorosa; ovviamente questo mina la vita intima della donna avendo delle conseguenze negative nella sua quotidianità.
Ad oggi sono diverse le cure ormonali per alleviare i sintomi della menopausa: cure a base di estrogeni e androgeni, laserterapia, ecc. I bioidentici rappresentano, ad esempio, una frontiera naturale per il benessere della donna in menopausa.
Detto ciò, ci si sta avviando all’utilizzo di una nuova tecnica che, tramite l’uso di uno specifico device, veicola ossigeno ad alta concentrazione; questo creando un ambiente microaerofilo, quindi più ricco dal punto di vista della ossigenazione, agisce inoltre sugli aspetti di sovra crescita batterica, che convivono bene in una situazione di alterato trofismo e quindi di modificazione dell’assetto vulvo-vestibolare.

L’inserimento del device è semplice e la possibilità di utilizzarlo a vari livelli della vagina (il vestibolo, la parte media della vagina e la zona più interna), consente di avere un target differente d’azione, di ossigenazione del tessuto e di modificazione del trofismo. La modificazione dell’orientamento del device permette di raggiungere tutti i punti della vagina. Nella seconda fase, l’utilizzo di acido ialuronico, trova una mucosa già pronta ad accettare in maniera efficace e risolutoria il funzionamento della tecnica.
Questa, oltre ad essere minimamente invasiva, permette la personalizzazione della terapia.
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